Giardino d'inverno, 2021

Il 16 dicembre alle 18 apre Giardino d’inverno, mostra di opere grafiche e ceramiche di Daria Tommasi (Studio Lulli, via Lulli 28). Come piante in una serra, le creazioni dell’artista e illustratrice saranno ospitate nei micro habitat delle installazioni di Andrea Cammarosano e Nicola Gobetto, still life di materiali di scarto rinati a una nuova vita estetica. La mostra infatti è il frutto della convergenza tra la ricerca di Daria Tommasi, triestina di origine e residente in Francia, e il progetto clutter, di casa nello studio milanese.

Le ceramiche in mostra non hanno uno scopo funzionale, anche quando imitano le forme di vasi o oggetti d’uso, ma sono degli esercizi di ‘disegno tattile’. Tutta la ricerca di Daria Tommasi infatti nasce dalla sua formazione di grafica: le interessa la vitalità del segno, la sua capacità di formare superfici e oggetti, o di liberarsi nella creazione di pattern astratti. Questo è evidente nelle sue opere su carta presenti in mostra, come nelle variazioni sul tema della fioriera: nascono come composizioni di segni pastosi e accesi del pastello a cera o della matita, vengono elaborate in seguito attraverso la procedura di stampa risograph, che trasforma la spontaneità del disegno in una policromia ‘automatica’, prodotta dalla sovrapposizione di matrici di colore.

Ma anche nelle ceramiche il disegno è prevalente, non solo nella verniciatura delicatissima. Sono piccole creature colorate, dall’apparenza organica e come appena plasmate dalle mani dell’artista, di cui conservano le tracce. Pezzi di frutta, anemoni, fiori, ananas: sono oggetti che nascono per confondersi con il loro ‘correlativo’ reale – uno spicchio di limone azzurro nella fruttiera, un fiore di ceramica in mezzo alle piante di casa – nel gioco tra artificiale e naturale che è proprio del genere della natura morta, fin dalle sue origini. In questi Giardini d’inverno, la vitalità organica delle forme – apparente o reale – nelle ‘tavole estetiche’ che Daria Tommasi e Andrea Cammarosano imbandiranno per noi sarà un vero banchetto per gli occhi.

Ermanna Panizon


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